Struttura demografica della popolazione lucana: I risultati del 15° censimento della popolazione

di Antonella Nota

Popolazione residente Il quadro che emerge dai dati pubblicati ufficialmente riferiti alla struttura demografica della popolazione lucana, pari a 578.036 abitanti, fotografata dal 15° Censimento Generale della Popolazione alla data del 9 ottobre 2011 mostra un decremento demografico del 3,3% rispetto al 2001 (597.768 unità) a fronte di un incremento medio nazionale del 4,28%. La popolazione nazionale, infatti, è aumentata passando da 56.995.744 a 59.433.744 unità. Tale crescita è attribuibile esclusivamente alla componente straniera. La storia demografica della regione è caratterizzata da un andamento non lineare con l’alternanza tra fasi di crescita e di declino. Al primo Censimento dell’Italia Unita svoltosi nel 1861 la popolazione in Basilicata ammontava a 509.000 mila unità. (...continua)

La fase di crescita si è riscontrata nel ventennio 1861 – 1881 e tra il 1921 e il 1961, anno in cui la popolazione residente ha toccato la punta di 644.000 unità per poi entrare in una fase prima di stazionarietà tra gli anni ’60 e ’90 e poi di declino, fase attualmente ancora in atto. Tale andamento non rispecchia quello nazionale. Nell’arco di 150 anni la popolazione residente in Italia è quasi triplicata passando da 22 milioni di abitanti a circa 59,5 milioni. 

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Grafico 1 – Variazione % della popolazione ai censimenti 1861 e 2011 Distribuzione territoriale La regione Basilicata è seconda solo alla val d’Aosta per densità di popolazione con 57,8 abitanti per Kmq. Le aree più densamente popolate sono rappresentate dai due capoluoghi di provincia e dai comuni ad essi limitrofi, dalla fascia jonica e dall’area del Vulture.

La popolazione è distribuita per il 65,4%, corrispondente a 377.935 unità, in provincia di Potenza e per il restante 34,6% in provincia di Matera con 200.101 abitanti residenti. Il calo di popolazione ha interessato 113 comuni dei 131 complessivi, di cui la maggior parte di piccola e media dimensione. Il decremento demografico registrato nel decennio 2001-2011 è più marcato in provincia di Potenza (-4%) che in provincia di Matera (-2%).

I comuni maggiormente segnati dal calo di popolazione sono Calvera e San Paolo Albanese (-26,4%) e San Mauro Forte (-25,8%). Al contrario, il comune di Pignola presenta una variazione positiva del 22%, seguito da Marsicovetere (13,6%) e Tito (12,3%). Dei 131 comuni 99 hanno una popolazione non superiore a 5.000 abitanti. Rispetto al 2001 essi perdono il 9% della popolazione.

I comuni con una popolazione fino a 1.000 abitanti sono passati da 22 a 24 rispetto alla rilevazione censuaria del 2001, con un calo di popolazione che passa da 17.184 abitanti a 16.898. Resta inalterato il numero di comuni con popolazione compresa nell’intervallo 1.000 – 5.000 abitanti, ma la popolazione cala di 8.000 unità. In provincia di Matera si collocano i comuni con una maggiore dimensione demografica: 4 su 10 superano i 5.000 abitanti contro i 2 su 10 della provincia di Potenza, con una dimensione media di 6.455 abitanti per comune nel primo caso e 3.779 nel secondo. I comuni dell’entroterra situati sulla dorsale appenninica a sud di Potenza sono quelli di minore ampiezza demografica (Figura 1).untitled1

Figura 1 – Ampiezza demografica dei comuni (N.ro abitanti) Anche tra la popolazione lucana, come a livello nazionale, si riscontra una prevalenza del genere femminile con 295.257 donne e 282.779 uomini, con una proporzione di 95,8 uomini ogni cento donne. Il rapporto di mascolinità è tra i più elevati della penisola, la Basilicata, infatti, si colloca al secondo posto solo dopo il Trentino – Alto Adige.

Composizione per età Osservando la composizione della popolazione per sesso ed età (Piramide delle età – Grafici 1 e 2) e confrontando la struttura attuale con quella di 10 anni fa, si osserva la riduzione della popolazione giovanile e l’aumento delle classi più anziane. Nel 2011 la base del grafico si riduce a favore delle classi centrali e degli ultraottantenni. La popolazione con 80 anni subisce un incremento del 53,9% passando da 24.172 a 37.195 residenti con un conseguente aumento dell’incidenza sul totale della popolazione che dal 4% passa al 6,4%. Al contrario, la popolazione 0-19 anni si riduce del 18% circa passando da 131.492 a 107.835 unità.

Nella fascia di età 20-69 anni si passa dalle 388.369 persone censite nel 2001 alle 377.195 nel 2011 (-2,9%). Il peso della popolazione di 100 anni e più è aumentato. I centenari sono passati da 43 nel 2001 a 137 nel 2011

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Grafico 2 – Piramide per classe di età e sesso (2001) 

 

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Grafico 3 – Piramide per classe di età e sesso (2011)

L’indice di vecchiaia, dato dal rapporto percentuale tra ultrasessantacinquenni e popolazione in età pre-lavorativa (0-14 anni), nel periodo intercensuario, è significativamente aumentato (29,6%) passando dal 118,9% al 154,1%. I comuni (San Costantino Albanese, Carbone, Calvera, San Paolo Albanese) con valori dell’indice di vecchiaia più elevati hanno subito un maggiore decremento di popolazione.

Popolazione straniera La popolazione straniera ammonta a 12.928 unità di cui 6.959 unità straniere residenti in provincia di Potenza e 5.969 in quella di Matera. Rispetto al dato rilevato nel 2001 (3.416 abitanti stranieri) il peso della componente straniera è all’incirca quadruplicato. Attualmente si contano, infatti, 22,4 stranieri ogni 1.000 persone censite. A livello provinciale, Matera supera la media regionale con 30 stranieri ogni 1.000 residenti mentre Potenza si colloca al di sotto di tale valore con 18 stranieri ogni 1.000 residenti. I comuni che presentano un tasso di popolazione straniera più elevato sono: Aliano (63,8 per mille), Gorgoglione (58,9 per mille), Tursi (50 per mille), Rotondella (49,9 per mille), Scanzano Jonico (48,1 per mille) e Bernalda (45,1 per mille).

La Basilicata che emerge dai dati relativi alla struttura demografica della popolazione rilevati attraverso il 15° Censimento della Popolazione si caratterizza per il trend demografico negativo, l’invecchiamento della popolazione, la diminuzione dei giovani e  l’aumento degli stranieri. L’analisi demografica fornisce un’immagine della Basilicata che si connota per una notevole polarizzazione in pochi fulcri a fronte dell’eccessivo vuoto delle aree interne che favorisce l’intensificarsi dei divari regionali. L’interpretazione della dinamica dello spopolamento che ha interessato il territorio regionale, infatti, rende opportuna una analisi differenziata a livello territoriale in quanto scaturisce da differenti trend demografici. Si individuano aree forti in cui si registrano significativi incrementi di popolazione che coincidono con i capoluoghi di provincia e i comuni del relativo hinterland, che accolgono parte della popolazione in surplus dei capoluoghi e originano una forma di suburbanizzazione.

A tali aree si aggiungono altri centri attrattori della regione quali ad esempio il Vulture per la presenza dell’insediamento FIAT – Sata di Melfi e del relativo indotto, la fascia jonica per lo sviluppo di un’agricoltura intensiva e dell’attrattività turistica e, in periodi più recenti, anche alcuni centri della Val d’Agri che, grazie all’avvio su larga scala dell’attività estrattiva di petrolio, mostrano una apprezzabile vitalità demografica. Il resto del territorio regionale, che coincide per lo più con l’area montana, si caratterizza per un significativo depauperamento demografico con significative perdite di popolazione.

La dinamica negativa è determinata dalla conformazione e dalle caratteristiche naturali del territorio, dalla complessa morfologia, da un limitato sviluppo costiero, da caratteristiche altimetriche particolari che frenano lo sviluppo del sistema produttivo rendendo più gravose e meno redditizie le attività economiche  e accentuano le carenze croniche sia in termini di infrastrutturazione del territorio che di servizi. Tali fattori contribuiscono ad incrementare il fenomeno dell’abbandono dei territori con la relativa conseguenza dell’indebolimento del sistema socioeconomico.

È in queste aree che maggiormente si avverte il problema dell’invecchiamento della popolazione e del graduale spopolamento dei comuni. Quest’ultimo non risulta compensato dall’aumento dell’immigrazione straniera che corregge solo parzialmente il calo della popolazione regionale. L’invecchiamento demografico, coerentemente con le dinamiche globali, costituisce un fenomeno tanto rilevante in regione quanto ormai diffuso. L’aumento della popolazione anziana deriva dall’effetto congiunto di diverse tendenze demografiche dovute sia ai notevoli progressi realizzati nei settori economico, sociale e sanitario che, favorendo il progresso scientifico, hanno consentito un incremento della speranza di vita, sia al calo della fecondità che ha determinato una contrazione delle nascite. Ciò equivale ad un grande risultato che però necessariamente comporta forti implicazioni di carattere economico, sociale e culturale. Le variazioni sociali ed economiche associate all'invecchiamento della popolazione sono destinate ad avere notevoli ricadute in molti settori, con un'incidenza tra l'altro sulla consistenza della popolazione attiva, sulle cure sanitarie, sulla protezione sociale e sulle questioni in materia di sicurezza sociale.